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RAY
(RAY)
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  Stampa questa scheda Data della recensione: 8 febbraio 2005
 
di Taylor Hackford, con Jamie Foxx, Kerry Washington, Regina King (Stati Uniti, 2004)
 
Taylor Hackford ama la musica. E' già qualcosa, anche se mi direte che è il minimo da parte di qualcuno che investe tempo e (molto) denaro per girare la biografia di un cantante. Hackford ama filmare la musica; e lo avevamo quasi dimenticato, distratti dalla carriera di un regista disinvolto ma non proprio benedetto dal genio e quando capita pure un filo moralista (UFFFICIALE E GENTILUOMO, e il meglio, DOLORES CLAIBORNE). Fu persino presentatore di concerti rock, prima di esordire con un lungometraggio dal titolo eloquente, IL TEMPO DEL ROCK'N'ROLL; e di recidivare nell'87 girando in occasione dei 60 anni di Chuck Berry HAIL HAIL ROCK & ROLL, nel quale già dissertava acutamente su cosa significhi essere musicista ma nero negli Stati Uniti…

Un film serve anche a tradire l'intimità di chi lo dirige; e RAY contiene tutti gli echi di quel percorso. Non è di certo un esempio di melodramma misurato e ancor meno trasfigurato e delirante perché il nostro non è Douglas Sirk o Fassbinder: se le pagine dedicate alla droga ed alla disintossicazione sono misurate ed efficaci, la serie infinita dei flashback su Ray Charles ragazzino con la sua mamma lavandaia, la polvere della Georgia e le turbe (che contribuiranno a portarlo alla cecità) per aver colpevolizzato della scomparsa del fratellino sono di una convenzionale accademica lacrimosità.

Tutto al contrario, energia, intuito e felicità, sembrano baciare la mano del regista quando si tratta di riprodurre le tappe musicali di The Genius. Non solo i momenti musicali sono riprodotti con una tecnica impeccabile; ed una completezza che spesso quel genere di biografie sacrifica a puri effetti di cornice. Ma tutta l'evoluzione musicale del grande musicista, quel suo modo indimenticabile di sporcare il gospel per sfociare nel blues, di mai rinnegare la radice e l'identità della propria cultura pur accedendo alle vette dello show business il film riesce a sposarla perfettamente con il tragitto psicologico del personaggio. L'evoluzione musicale come spiegazione di quella esistenziale; non è poco.

Infine, la godibilità del film deve immensamente a quella che nemmeno dovrebbe essere definita l'nterpretazione di Jamie Foxx. Il già straordinario tassista nero di COLLATERAL si ripete: e dire che Ray Charles rivive sotto i nostri occhi è sottovalutare uno dei casi di mimetismo più incredibili che si ricordi.


   Il film in Internet (Google)

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